Se pensavamo che tutti i colori esistessero già, e che non fosse impossibile inventarne altri, a parte le nuance che nascono mischiando insieme tante tonalità, ci sbagliavamo di grosso.
L’artista inglese di origine indiana Anish Kapoor, famoso soprattutto per la porta-nuvola di Chicago e lo specchio che riflette il cielo al Rockefeller Center di New York, ha infatti comprato i diritti esclusivi di un colore che non ha creato: il vantablack, che viene definito come “il nero più nero del mondo”.
Il nome, infatti, deriva da Vertically Aligned NanoTube Arrays, ovvero “disposizioni di nanotubi allineati verticalmente” e black.
Questo speciale nero, infatti, è costituito da nanotubi di carbonio, che sono cilintri microscopici formati dagli atomi di carbonio. Le onde luminose restano intrappolate tra questi cilindri e rimbalzano dall’uno all’altro fino a quando vengono quasi completamente assorbite: il vantablack assorbe così il 99,965 per cento della luce ed è, effettivamente, nerissimo.
Ma chi ha inventato questo incredibile colore? Il merito va alla società britannica Surrey NanoSystems ed è stato originariamente sviluppato per scopi militari, per dipingere gli stealth, aeroplani realizzati con tecnologie che li rendono “invisibili” o, meglio, poco percettibili ai radar.
L’attenzione di Anish Kapoor è stata catturata da un’intervista che il creatore di vantablack, Ben Jensen, aveva dato al New York Times, durante la quale aveva spiegato che “se si usa il vantablack per dipingere un vaso pieno di fiori, il vaso agli occhi perde la tridimensionalità e diventa una semplice sagoma. Solo i fiori vengono percepiti in tre dimensioni”. Ed aveva anche azzardato che questo particolare colore “potrebbe cambiare il nostro modo di vedere l’universo”.
E da lì a chiedere di poter utilizzare vantablack per le sue opere, il passo è stato breve, tanto più che Jensen ha dichiarato di essere lusingato dalla proposta, giunta da un artista della grandezza e della reputazione di Kapoor.
Secondo il Daily Mail, la Surrey NanoSystems ha confermato di aver ceduto i diritti di utilizzo del colore a Kapoor, ma non si conoscono le condizioni di questa cessione e l’artista stesso non ha fatto commenti.
Ha però espresso il suo entusiasmo per questo colore: “È così nero che quasi non si vede: ha una qualità straordinaria. Immaginiamo uno spazio così scuro da farci perdere il senso del tempo e di chi siamo se lo attraversiamo. Ecco, l’effetto è questo: nel disorientamento che deriva dalla perdita di coscienza dello spazio, l’uomo deve far leva su qualcos’altro, su qualcosa che non conosce nella propria interiorità”.
Ovviamente, la decisione di vendere un colore ad un unico artista non è piaciuta, non si sa se per invidia o per senso della giustizia. Shanti Panchal, artista indiano, ha detto senza giri di parole che si tratta di una cosa assurda: “Nel mondo dell’arte nessuno dovrebbe avere il monopolio su qualcosa”.
Anche l’artista inglese Christian Furr, chiamato dalla regina Elisabetta per realizzare un suo ritratto, avrebbe voluto usare il vantablack per una nuova serie di dipinti intitolata Animals e il divieto al riguardo lo indispettisce molto.
Ma, a quanto pare, non si tratta del primo caso, poiché, verso la metà degli anni Cinquanta, e dopo anni di studi e di ricerche, l’artista francese Yves Klein inventò un particolare blu, l’International Klein Blue, che utilizzò soprattutto a partire dal 1957 e che brevettò nel 1960. Ma si tratta di una circostanza diversa, poiché ad inventare il colore fu proprio l’artista che poi ne usufruì.
Vera MORETTI