Una fotografa statunitense, Vivian Maier, della cui attività artistica si sapeva molto poco fino a soli due anni prima della sua scomparsa.
Un nome, quello di Vivian Maier che è salito agli onori delle cronache solo nel 2007, l’anno in cui, decenni dopo aver dedicato la sua vita a documentare strade e cittadini di città come Chicago e New York, il suo archivio fotografico è stato scoperto, per caso, da John Maloof, un rigattiere del mercato delle pulci.
Il giovane volendo fare una ricerca sulla città di Chicago ma non avendo immagini a disposizione, decise di comprare in blocco per 380 dollari, ad un’asta, il contenuto di un box zeppo degli oggetti più disparati, espropriati ad una donna che aveva smesso di pagare i canoni di affitto. Tra queste Maloof reperì una cassa contenente centinaia di negativi e rullini ancora da sviluppare.
Potenza dei social. Già nel 2007 il ragazzo pubblicò alcuni scatti su Flickr e ottenne un gradimento elevatissimo tanto da voler approfondire la ricerca. Vivian era una donna che non aveva famiglia ed aveva lavorato per tutta la vita come bambinaia soprattutto nella città di Chicago; durante le giornate libere e in vacanza scattava foto della quotidianità di New York, Chicago e Los Angeles.
La maggior parte erano street foto della prima ora, o meglio di prima he le street foto diventassero un genere, o autoritratti caratterizzati dal fatto che lei non guardasse mai verso l’obiettivo, ma utilizzasse vetrine o specchi come superfici riflettenti. Che fosse lei la pioniera del selfie in ascensore?
La vita di Vivian è stata ricostruita da Maloof che ha cercato soprattutto tra le famiglie presso cui aveva lavorato e scoprì che era nata a New York il 1 febbraio del 1926, vivendo in giovane età con la madre separata da un’amica di questa,Jeanne Bertrand, fotografa affermata, Vivian ne imparò ad apprezzare l’arte. Visse parte dell’infanzia in Francia, terra della Bertrand, ma ben presto fece ritorno negli Stati Uniti.
Non amava fare la bambinaia, a detta di alcune famiglie, ma ne aveva un naturale talento, tanto da essere paragonata dai suoi piccoli clienti a Mary Poppins.
A Chicago fu assunta dai Gensburg per occuparsi dei tre piccoli di casa, era una famiglia molto benestante tanto da avere una stanza con bagno privato per Vivian, bagno che venne immediatamente utilizzato come camera oscura.
Tra il 1959 e il 1960,sebbene ancora a servizio, intraprese un viaggio intorno al mondo, visitando le Filippine, la Thailandia, l’India, lo Yemen, l’Egitto, l’Italia e infine la Francia con un ultimo soggiorno a Champsaur, dove era cresciuta. Stranamente, non disse mai ai Gensburg dove fosse stata, benché fosse molto legata a questa famiglia.
Lavorò presso altre famiglie con altri bambini, ma loro furono la sua famiglia d’adozione e quando sul finire degli anni 90 i fratelli Gensburg la trovarono un un alloggio economico e malconcio la trasferirono a loro spese in un appartamento a Rogers Park
Sul finire del 2008, Vivian ebbe un incidente cadendo sul ghiaccio, fu ricoverata in ospedale. I Gensburg la fecero trasferire in una casa di cura a Highland Park. Vivian Maier morì , il 21 aprile 2009, senza che né lei né i Gensburg sapessero che due anni prima, a causa degli affitti non pagati, il suo box era stato messo all’asta, e prima che John Maloof, che cercava sue notizie e voleva valorizzare la sua opera, potesse trovarla e incontrarla.
Silvia GALLI