C’era una volta un’ingenua principessa, che abbandonati gli abiti raffinati di corte, tra scollature mozzafiato e baci appassionati si trasformò inaspettatamente in femme fatale. C’era una volta l’eterea regina d’Inghilterra rispedita miseramente in una San Francisco dalle contraddizioni europee, caduta dall’olimpo della nobiltà nella terribile casa della sorella. C’era una volta un’innamorata sognatrice su un lago incantato inviata sulla Stazione Spaziale Internazionale e colpita da un’inaspettata pioggia di detriti. C’era una volta una giovane attrice inglese della Royal Shakespeare Company, invecchiata ma bellissima, alle prese anni dopo con la drammatica ricerca di un figlio in America. C’era una volta una Lady di ferro impegnata a mantenere unito un partito e un paese allo sbando, impegnata ora a tenere insieme una famiglia sull’orlo di una crisi di nervi.

Amy Adams, l’ingenua trasformata sexy in American Hustle – L’apparenza inganna, Cate Blanchett, la regina decaduta dal paradiso dorato della nobiltà nell’ultimo sforzo cinematografico di Woody Allen Blue Jasmine, Sandra Bullock, la sognatrice inviata nello spazio in Gravity, Judi Dench, l’inglese in missione in America alla ricerca del figlio dell’intenso e strappalacrime Philomena, e Meryl Streep, l’eroica mater familias de I segreti di Osage County, il 2 di marzo al Dolby Theatre di Los Angeles si giocheranno l’Oscar per la Miglior attrice protagonista. Quarta candidatura all’Academy Awards per Amy Adams, ancora a secco nonostante le convincenti prove in The Master e The Fighter, quest’anno grande favorita dopo il trionfo ai Golden Globe nella categoria dedicata alla miglior interpretazione femminile in un film brillante. Chi ha già una statuetta in soggiorno è Cate Blanchett, nel 2005 per l’ interpretazione di Katharine Hepburn in The Aviator al fianco di Leonardo DiCaprio, anche lei reduce dalla vittoria ai Golden Globe nella sezione però dedicata ai film drammatici. Anche la quasi cinquantenne Sandra Bullock andrà alla ricerca del secondo Oscar, dopo la vittoria per The Blind Side quattro anni fa.

A contendersi la statuetta dell’Academy tra una settimana anche due mostri sacri della settimana arte, Judi Dench e Meryl Streep, la prima già trionfatrice nel 1999 nel Shakespeare in Love che fece incetta di premi e consacrò nell’olimpo del cinema anche Gwyneth Paltrow, la seconda ormai giunta alla diciottesima nomination e già vincitrice per La scelta di Sophie e The Iron Lady come protagonista e nell’indimenticabile Kramer contro Kramer come Miglior attrice non protagonista. Diverse generazione a confronto, tutte riunite alla corte di Oscar.

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Jacopo MARCHESANO