Scommettiamo che non ve lo siete affatto dimenticato.
La storia è questa: due fratelli di colore, di otto e tredici anni, vivono nella miseria ad Harlem, quartiere commerciale di New York. La madre dei due bimbi, purtroppo, muore per un tumore, e la sua ultima richiesta è che vengano adottati dal ricco uomo d’affari cui per anni ha fatto da governante, che aveva dal suo canto accettato poco prima che lei morisse.
Da quel momento, per i due fratellini si apre un nuovo mondo, ricco di occasioni. Avranno inizio mille avventure, tanto comiche quanto drammatiche, tanto dolci quanto esasperanti.
Beh, avete capito di cosa stiamo parlando?
Ebbene si, si tratta de “Il mio amico Arnold”, serie televisiva durata ben otto stagioni, divenuta un vero e proprio cult negli anni ’80.
Moltissimi spettatori si riunivano ogni sera davanti alla televisione per guardare cosa i due fratelli Arnold e Willis Jackson avrebbero combinato, e in quale guaio si sarebbero cacciati.
I due ragazzini si ritrovano ad abitare in una splendida dimora a Park Avenue, e le difficoltà di adattamento non sono poche; in particolare ne soffrirà Willis, che prova una notevole diffidenza verso gli uomini bianchi.
Come dimenticarsi inoltre dei guai che attraverseranno a causa delle vecchie e nuove presenze nella loro vita, che la renderanno sempre piena di emozioni?
A fare da padrone della scena sono la figlia del signor Drummond, Kimberly, che sosterrà i due fratelli, e le governanti che cambieranno di serie in serie, mantenendo un unico filo comune: l’ironia e la simpatia.
“Il mio amico Arnold” ebbe un successo strepitoso, al punto che l’episodio in cui Arnold e Willis vengono adottati legalmente dal signor Drummond viene seguito da milioni di persone che lo ricordano ancora oggi: le lacrime si sprecarono, per l’andamento struggente e commovente dell’episodio, che per l’occasione durò un’ora intera.
Amato dai bambini, seguitissimo dai grandi, rimane una perla nel panorama delle serie televisive dei tempi, per la sua grande capacità di trasmettere un’ampia gamma di emozioni e di trascinare lo spettatore nelle vicende di questi due bambini che, per merito di un uomo buono, condurranno una vita in fin dei conti felice, a dispetto di ciò che inizialmente era accaduto.
Caterina Damiano