Spesso si associa il cibo all’erotismo e tanta parte della filmografia moderna ma non solo ha avuto molto gioco nell’alimentare negli anni questo connubio. In realtà, io non credo che il cibo sia stricto sensu un’esperienza erotica, credo che sia più opportuno dire che, essendo simbolo di convivialità e benessere, può essere il coronamento di un incontro amoroso perfetto.

Il cibo è un momento d’intimità: invitare una donna a cena fuori o preparare per lei dei piatti significa predisporla ad un attimo di confidenza estrema. Nel mio ristorante incontro una media di 150/200 persone al giorno, e per loro sono diventato una sorta di psicanalista. Da quello che mangiano riesco a capire quello che provano e che tipo di persone sono. Spesso mi capita anche di incontrare delle coppie alla loro prima uscita o coppie consolidate che si stuzzicano con il cibo.

Tanti parlano di piatti che solleticano la libido. Io in generale non credo, invece, che un ingrediente piuttosto che un altro possa avere delle capacità afrodisiache. Erotica può essere anche una patata bollita. È vero che ci sono degli ingredienti che stimolano alcune reazioni fisiche, però trovo inappropriato dire che in assoluto siano cibi erotici.

Se ad esempio a cena ho davanti una “cozza” (non inteso come mitile ma come persona poco avvenente N.d.r.), posso mangiare il caviale, l’aragosta, le fragole con la panna, il cioccolato, posso pure mangiare tutti quei cibi che nell’immaginario collettivo vengono considerati erotici, ma vi assicuro che la cena non avrà mai un seguito amoroso.

Però, se proprio dovessi pensare ad un cibo erotico, quello che mi viene immediatamente in mente è la caponata. Non esiste sulla faccia della terra un piatto più profumato e sensuale di questo, è il piatto che scelgo di preparare quando voglio conquistare una donna.

 

Filippo La Mantia – chef del ristorante dello storico Hotel Majestic di via Veneto a Roma