Non solo è un attore affascinante e talentuoso ma anche un bravo regista. Ben Affleck , dopo Argo, vincitore di tanti premi tra cui tre Oscar e due Golden Globe, torna infatti a dirigere La legge della notte, nel quale è anche nei panni del protagonista. Joe Coughlin, il figlio di un commissario della Polizia di Boston che decide di abbandonare l’esempio dei genitori per diventare invece un fuorilegge.
Siamo nei ruggenti anni 20 del Proibizionismo e Joe infrange anche le regole non scritte della malavita rubando i soldi e la donna (interpretata dalla icona di stile inglese Sienna Miller) ad un potente boss la più grande: incrocia il suo cammino con un potente boss, rubandogli soldi e donna.
La critica inquadra il film nel genere “ascesa criminale” giudicandolo corretto ma non eccezionale. Il pubblico invece sembra sostenere molto la pellicola. Ci sarà lo zampino della platea femminile?
“Niente è più importante dell’amore” recita il manifesto di Orhan Sahin che torna a Istanbul dopo venti anni di assenza volontaria. Come editor deve aiutare Deniz Soysal, famoso regista cinematografico, a finire la scrittura del suo libro. Ma Orhan rimane intrappolato in una città carica di ricordi rimossi. Il protagonista indagherà su se stesso, riscoprendo emozioni e sentimenti che credeva morti per sempre e che invece tornano a chiedergli il conto per poter riuscire a cambiare la sua vita. Il regista Ozpetek, che ci ha abituato ai suoi film intensi e imperniati sui sentimenti, si rivela in un racconto profondamente intimo e per questo vero e sentito. O si ama o si odia.
Un padre così non l’avete mai visto. Si chiama Winfried ed all’improvviso irrompe nella vita della figlia chiedendole “sei felice?” Ne nasce una storia di un rapporto fra un padre e una figlia raccontato sullo sfondo di una città in continua trasformazione, divisa tra la modernità dei suoi palazzi e un’economia che in realtà zoppica e non riesce a reinventarsi.
L’approccio alla vita dei due personaggi è opposto: tanto lei orienta ogni comportamento in base alla reazione che vuole ottenere in chi si trova di fronte, lavorando in una società di consulenza chiamata per fare il lavoro sporco, tanto il padre sembra un clown dai capelli bianchi, facendo del travestitismo, dei denti finti o una parrucca, uno suo stile di vita. In Vi presento Toni Erdmann di fronte all’assenza di comunicazione, l’ironia rompe il muro di silenzio. La vergogna è al centro del film, quella che prova la figlia per il padre e quella che quest’ultimo ignora, prendendo a schiaffi le convenzioni, affrontando la vita senza ritegno, con follia. Amato dai critici e considerato un film d’Autore sembra che si faccia veramente fatica a non morire dal ridere. Perfetto per delle risate sì ma…impegnate.
Il Diritto di Contare mette in scena l’incredibile storia mai raccontata di tre brillanti donne afroamericane che, alla NASA, lavorarono ad una delle più grandi operazioni della storia: la spedizione in orbita dell’astronauta John Glenn, un obbiettivo importante che non solo riportò fiducia nella nazione, ma che ribaltò la Corsa allo Spazio, galvanizzando il mondo intero. Katherine Johnson, Dorothy Vaughn e Mary Jackson, nella Virginia del 1961 (che era ancora uno stato fieramente segregazionista), hanno dato un contributo fondamentale allo sviluppo della NASA. John Glenn non sarebbe stato il primo americano nello Spazio, o forse sarebbe morto in missione.
Kevin Costner nei panni di Al Harrison, direttore dello Space Task Group, è uno dei personaggi chiave che ha aiutato le tre donne a poter esprimere il loro potenziale. Quanto dobbiamo ancora fare per la parità dei diritti degli uomini? Per romantici sognatori.
Ci ricorda quanto la vita sia sorprendente il film italiano Il padre d’Italia. Un ragazzo gay (Luca Marinelli) con un’indole solitaria incontra una ragazza sbandata in avanzato stato di gravidanza (Isabella Ragonese). Non è facile per lo spettatore immedesimarsi nei panni di Paolo e Mia, ma la profondità delle interpretazioni è così credibile che può arrivare al cuore di chiunque si sia sentito perso almeno una volta e, come nel film, abbia saputo incontrare e riconoscere il valore di un affetto. Poetico e crudo. Per chi ha voglia di stupirsi.
Anna PICCITTO