di Alessia CASIRAGHI
“Non ti svegliare, finchè dormi sei il mio segreto, da sveglio sarai vero”. Siamo noi a sognare o a volte è il sogno che viene ad abitare dentro di noi? E’ una favola dal sapore vintage il nuovo film di Ferzan Ozpetek “Magnifica presenza” che arriva nelle sale italiane questo weekend. Protagonista un timido e solitario Elio Germano, alla sua ennesima trasformazione, dopo che lo abbiamo visto qualche giorno fa sul piccolo schermo nei panni del cattivo Felice Maniero, nel film per la tv “Faccia d’angelo”. Forse la trasformazione che gli calza più a pennello. Nel nuovo film del regista turco Germano veste i panni di Pietro, un ragazzo che sogna di fare l’attore ma che nella realtà si trova a sfornare cornetti. Ha lasciato da poco Catania, la sua città, per tentare il ‘sogno’ a Roma, tra provini e incursioni a Cinecittà.
Peccato però, o per fortuna, che la casa dove sceglie di abitare sia infestata da ‘magnifiche presenze’: una compagnia di attori, uscita da un’altra epoca, che veste abiti elegantissimi, quasi un tributo al fascino degli anni ’20. Tra loro scorgiamo Beppe Fiorello, Margherita Buy, Vittoria Puccini, Andrea Bosca, presenze misteriose (ma molto divertenti) che si ritrovano prigioniere di un passato da cui non riescono a liberarsi.
E’ il cortocircuito tra passato e presente a dare forza e suggestione alla nuova pellicola di Ferzan Ozpetek. Un cortocircuito nostalgico, che fa riassaporare il gusto di un mondo che non c’è più, e la citazione viene facile in questo caso, con un’altra favola vintage dell’ultima stagione al cinema: “Midnight in Paris” di Woody Allen. Lo scrittore in crisi esistenziale che si ritrova a vivere notti folli in una Parigi che non esiste più, vagheggiando il proprio amore per il passato. Un giovane attore che sogna di entrare nel mondo dorato del cinema, savo trovarsi nel bel mezzo di una messinscena proprio sotto i suoi occhi. Le ‘magnifiche presenze’ che abitano la casa, le ombre del passato che ritornano, sono forse la reificazione dei nostri più segreti fantasmi?
Il tema della casa abitata da presenze, in questo caso poco misteriose, è un clichè già giocato più volte dal cinema – e di recente anche dalla tv, vedi “American Horror Story” – ma che Ozpetek declina ancora una volta secondo la sua personale visione: è l’incontro, la ‘presenza’ vicina, a metterci di fronte a noi stessi e alle nostre paure, ma anche ai nostri sogni e desideri. Lo era l’uomo misterioso della ‘finestra di fronte’ per Vittoria Mezzogiorno, la scoperta di un passato e di un marito inaspettato per Margherita Buy. Salvo che stavolta, i nostri fantasmi sono davvero fantasmi, almeno fino a quando non decidiamo di svegliarci.