di Alessia CASIRAGHI
E’ la notte più attesa dai bookmakers d’oltreoceano e non solo. La cerimonia dei Golden Globes, che si è svolta ieri sera a Los Angeles, è da sempre il termometro più affidabile per scommettere su chi vincerà agli Oscar. E anche se manca più di un mese alla fatidica ‘notte delle stelle’, prevista per il 26 febbraio, la giura dei Globi d’Oro è riuscita a invertire previsioni e pronostici. Un po’ perché i film incoronati sono stati tanti, quasi a dire che l’edizione 2012 dei Golden Globes si è chiusa all’insegna della democraticità.
Miglior film drammatico “The Descendants”, con il bel George Clooneyche ha trionfato nella categoria miglior attore protagonista, nei panni di un padre alle prese con due figlie femmine dopo l’inicdente della moglie. La pellicola arriverà in Italia il 17 febbraio con il titolo “Paradiso Amaro”.
Come da previsione il Globo d’Oro come miglior commedia è andato al capolavoro retrò “The Artist”, già acclamato al Festival di Cannes, e la statuetta di miglior attore nella commedia al suo Jean Dujardin.
Sul fronte femminile, la Iron Lady Meryl Streep si è aggiudicata il premio di miglior attrice protagonista per i film drammatici per la sua interpretazione di Margareth Tatcher – il film arriva in Italia il 27 gennaio – confermando l’inclinazione della critica america verso i biopic, anche se il “J. Edgar” di Clint Eastwood ne è uscito alquanto snobbato.
La biondissima Michelle Williams nei panni di Marylin Monroe ha trionfato come miglior attrice protagonista per la commedia con “My week with Marylin” – altro biopic, tra l’altro quest’anno ricorre l’anniversario dei 50 anni dalla morte della Monroe -, mentre Octavia Spencer con “The Help”, il superfavorito dai bookmarkers per fare incetta di Globi d’Oro, ha vinto come miglior attrice non protagonista.
L’ottantaduenne Christopher Plummer è il miglior attore non protagonista con “Beginners”, mentre il premio per la miglior regia è andata ad un mito di Hollywood come Martin Scorsese, alla prese stavolta con le avventure del suo “Hugo Cabret”, presto in Italia.
Non è rimasto a bocca asciutta nemmeno un altro regista icona del cinema americano come Woody Allen: il suo “Midnight in Paris” ha vinto nella categoria miglior sceneggiatura. Premio di consolazione, chi lo sa. Se la miglior colonna sonora è andata ancora una volta a “The Artist”, un premio se lo è aggiudicato anche Madonna con il suo biopic in salsa britannica “W.E.”, quello di miglior canzone originale – che per un’icona della musica con aspirazione da regista non è male – con “Masterpiece”.
Il premio come miglior film straniero è andato invece all’iraniano “A separation”. Sarà rimasta delusa anche l’aspirante regista Angelina Jolie e il suo “In the Land of Blood and Honey”. Grandi esclusi dalla pioggia dei Globi d’Oro le giovani promesse di Hollywood che i pronostici davano come superfavoriti: l’onnipresente e bravissimo Ryan Gosling, in lizza con “Le idi di Marzo” e “Stupid, Crazy, Love”, ma che tutti ricordano per l’oscuro autista di “Drive”, e il sex addicted Michael Fassbender, protagonista di “Shame” e vincitore della Coppa Volpi a Venezia. Dimenticati, ma la cinquina dei nominati era davvero da Oscar, Brad Pitt con il suo “Moneyball” e l’invecchiato Di Caprio nei panni del capo dell’FBI J.Edgar Hoover, nel biopic di Clint Eastwood. Sul fronte femminile meritava forse un premio la camaleontica Glenn Close in vesti maschili nel film “Albert Nobbs”. Chissà che la notte delle stelle non decida di esaudire qualcuno di questi desideri…