Da Carey Mulligan, la biondissima Daisy scelta da Baz Luhrman, sulla Croisette anche con il film “Inside Llewyn Davis, l’avventura musicale dei fratelli Coen con Justin Timberlake, a Bérénice Bejo che torna, un anno dopo, protagonista di “Le Passé” del regista iraniano Asghar Farhadi. Un ruolo ben più in controluce rispetto alla frizzante aspirante star Peppy Miller che l’attrice francese  aveva interpretato nel pluripremiato “The Artist”: nella pellicola di Farhadi, la Bejo si trova infatti a dover affrontare un groviglio di sentimenti e amori dimenticati scatenati  dall’imminenza di un divorzio atteso da tempo.

Ma oggi la scena sarà tutta italiana con l’ultima fatica del divo del festival, Paolo Sorrentino, “La grande bellezza“, un ritratto decadente della dolce vita della capitale, dipinta come una babilonia di personaggi a tinte fosche, dame dell’alta società e politici reietti, che si agitano tra feste e mondanità sfrenata. Protagoniste, oltre all’immancabile Toni Servillo, l’uomo in più di Paolo, Isabella Ferrari e Sabrina Ferilli.  Amara, in contrasto con il suo titolo, la pellicola presentata qualche giorno fa fuori concorso dall’attrice italiana più internazionale del Festival: Valeria Golino. Alla sua prima prova di regia, l’attrice ha scelto di raccontare un temo più che mai controverso, la morte dolce.  Sul red carpet la Golino sfilato sul red carpet avvolta in un profondo abito nero assieme al compagno Riccardo Scamarcio, e alla protagonista di “Miele“, Jasmine Trinca.

Belle di giorno, ma soprattutto di sera, le giovani protagoniste del più discusso film in concorso a Cannes, “Jeune & Jolie” di François Ozon, dove la 17enne Marine Vacht si muove tra lenzuola di seta e incontri erotici che niente lasciano all’immaginazione (senza dimenticare il fascino di un’attrice come Charlotte Rampling che Ozon ha voluto per il suo film).

Dalla Francia all’Italia e viceversa per Valeria Bruni Tedeschi, la sorella dell’ex première dame, che ha incantato pubblico e critica con la pellicola che la vede impegnata nei panni di attrice e regista: “Un chateau en Italie“. Al suo fianco un duo ad alto tasso di testosterone, come Louis Garrel e Filippo Timi.

E se la strada verso la Palma d’Oro sembra ancora lunga (il vincitore del 66 mo Festival sarà annunciato domenica), l’attesa è tutta per lui, Roman Polanski e la sua “Venus in Fur“: una black comedy con Emmanuelle Seigner, che indaga il complesso rapporto fra un regista in cerca del volto femminile per la sua pièce, e un’attrice pronta a mettere in discussioni il complesso equilibrio di potere che si misura sempre fra uomo e donna. E se questa non sia chiama rivincita…

Alessia CASIRAGHI

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