Ecco il secondo titolo della nostra rassegna per le letture delle feste.
Non sapevo cosa pensare di questa protagonista, Ada. Non riuscivo a capire se mi piaceva oppure no. Una bambina-donna, costretta a vivere d’immaginazione nella sua casa russa senza affetto.Ci sono mille contraddizioni nella sua esistenza.
Quando ha solo il padre con lei, invece di sentirsi infelice è piena di tenerezza e amore per lui. Le piace accompagnarlo nelle sue giornate di genitore girovago e si sente amata, nonostante gli stenti e i pochi svaghi che si concedono. Già allora, all’età di cinque anni, Ada respira, palpabile e densa, la differenza tra ricchezza e povertà, tra fasto e miseria, ma la sua condizione semplice e scarna, fatta di abiti vecchi e rattoppati, diventa pesante quando sua zia e i due cugini, Lilla e Ben, vanno a vivere con loro.
Fino a quel momento, Ada aveva condiviso con il padre ogni momento, sentendosi importante e privilegiata, ma con l’arrivo dei parenti rimane relegata alla casa e costretta a trascorrere il tempo con Ben. I due, quasi coetanei, diventano complici di giochi inventati e di nascosti desideri, che però non sono quasi mai comuni.Ada è attratta dal cugino Harry, appartenente alle ricche colline della città, nonostante porti il suo stesso cognome. Ben è innamorato di Ada, di quella bambina seria e priva della spensieratezza della sua età.
Nonostante i loro caratteri si scontrino, il loro destino è lo stesso, e li conduce a Parigi, lontano dalle radici e dal padre di lei, che non vedranno più. Ben diventa uomo e sviluppa un attaccamento ai beni concreti e un desiderio di soldi e potere. Ada, invece, conserva un aspetto da ragazzina, come se dovesse compensare un’infanzia non vissuta, e vive dei suoi quadri, senza il bisogno di circondarsi di alcun bene materiale. Sembra che tutto le scivoli addosso, ma non è così. La sua è una caparbietà muta e silenziosa, che però la porta ad ottenere ciò che vuole.
Solo alla fine ci si accorge quanto sia stata padrona delle sue azioni, e la magia del libro è proprio questa: al termine della storia si intuisce l’intensità di questa ragazzina, che finalmente diventa donna, e ci si rende conto che, una volta chiuso il libro, si sentirà la mancanza di lei.
I cani e i lupi, Irène Némirovsky, Adelphi
Vera Moretti