Ancora libri per le signore che, oltre a leggere TheWoman, vorranno concedersi un po’ di sano e meritato relax in questo tempo di Feste. Oggi la nostra Vera ci propone Il dio delle piccole cose, di Arundhati Roy.
Pensavo fosse una storia “leggera”, perché i protagonisti sono dei bambini, ma mi sbagliavo. Davanti ai loro occhi passano sofferenze, sotterfugi, segreti e drammi, molto dei quali senza lieto fine.
Eshta e Rahel sono due gemelli, un maschio e una femmina, di otto anni, che vivono, nell’India degli anni Sessanta, a casa degli zii insieme alla loro madre perché quest’ultima, stanca delle minacce e della violenza del marito, l’ha lasciato.
“Ha fatto bene”, penseremmo noi, ma, purtroppo, la società convenzionale ed attaccata alle apparenze in cui i protagonisti vivono, ciò è considerato inaccettabile. Una donna ancora giovane, con figli a carico, divorziata e soprattutto ancora bella e desiderabile, rappresenta una minaccia e diventa per tutti simbolo di vergogna e depravazione.
Amnu, così si chiama la madre dei due bambini, sente il peso degli sguardi e delle parole che si sprecano addosso a lei e arriva a farsi condizionare a tal punto da vedere nei suoi figli un ostacolo. Ma il male è in agguato e in grado di cogliere questo suo punto debole, tanto da farla diventare capro espiatorio di tutte le disgrazie che capitano in famiglia.
In tutto ciò, Rahel e suo fratello Eshta si apprestano a vivere, anche se inconsapevoli, l’ultimo periodo di serenità, amici e complici dell’unico uomo che per loro è un vero padre ma che, per ragioni di inferiorità di casta, dovrebbe essere l’ultimo a cui avvicinarsi. Ma i bambini, si sa, si lasciano guidare dall’intuito e sanno di potersi fidare di quel ragazzo sorridente, amorevole e affettuoso, così come lo sa la loro madre.
L’amore, però, non trionfa, in questa storia resa misteriosa dal fiume che scorre vicino alle case, con le sue acque torbide e tumultuose. E proprio lì, nella profondità delle sue rapide, comincerà la fine della fanciullezza e l’inizio di un’esistenza difficile, travolta dai ricordi e dall’impossibilità di tornare indietro e salvare i destini di una famiglia intera.
Si tratta di un romanzo in cui il distacco e le separazioni determinano le vite di tutti i protagonisti, e che lasciano le loro esistenze incompiute e tragicamente vuote, ma, nonostante la tristezza, la nostalgia e la malinconia, è piacevole leggere pagina dopo pagina, perché tutto è narrato con poesia e delicatezza.
Vera Moretti