Filippo La Mantia, chef siciliano di fama internazionale, dal suo ristorante romano dispensa opinioni, consigli e tendenze gustose quanto le leccornie che lo hanno reso uno dei cuochi italiani più rinomati nel mondo.
Il finger food è diventato un alibi per tutti coloro che si occupano di banchetti e catering, con tutto il rispetto parlando per queste professioni. Sono molti quelli che intorno a questa tipologia di cibo hanno costruito un vero e proprio business.
Il tutti a tavola fa parte, invece, della nostra secolare tradizione. E’ un modo per conversare, per scambiarsi delle idee, delle opinioni, per condividere, gustando dell’ottimo cibo.
Credo sia giusto che la gente abbia tante proposte e alternative, una sorta di catalogo da sfogliare sul quale scegliere qual è la proposta che maggiormente l’aggrada, perché lo dico e lo ribadisco, è sempre il pubblico a comandare.
Adesso in molti, ad esempio, in occasione di un ricevimento, ad un banchetto con piatti tradizionali preferiscono il cosiddetto finger food. Liberissimi di farlo, ma io che vengo da una storia totalmente differente, quella siciliana dove il cibo è un culto, e forse è proprio per questo che non lo amo affatto.
Ho cercato anche di portare questa tradizione all’interno del mio ristorante, dove insieme alla mia brigata amo cucinare e allestire tavolate come si faceva una volta, all’insegna dell’abbondanza.
Non ha importanza stare seduti o mangiare in piedi, l’importante è avere una tavola stracolma di cibo da condividere tutti insieme. Quello di mangiare ogni giorno tutti insieme è diventato per noi un rito consolidato da rinnovare costantemente. Credo, infatti, che la gente abbia bisogno di vedere i piatti, di guardare i colori, di sentire gli odori e i profumi, di toccare il cibo, di vivere, insomma, una sorta di esperienza plurisensoriale all’insegna della buona cucina.
Mi è capitato di essere ospite a degli eventi dove c’erano queste “cosine piccolissime”, ma pur sforzandomi, non riesco nemmeno ad identificarle come cibo, perché non si ha nemmeno il tempo di assaporarle.
Certo, il finger food è facile ed immediato da fare e i costi sono limitati. A mio avviso è adatto a quelle occasioni in cui il cibo non riveste un’importanza fondamentale, come ad esempio nei buffet delle sfilate di moda o alle mostre di arte, dove il cibo è un dettaglio intorno all’evento. Solo in quel caso possiamo parlarne, ma in linea di massima la tradizione della tavola imbandita copiosamente è sempre da preferire.
Filippo La Mantia – chef del ristorante dello storico Hotel Majestic di via Veneto a Roma