Con la vita frenetica che facciamo tutti i giorni, se si escludono quelli nati appositamente per riparare dal freddo, il cappello è relegato ad occasioni particolarmente formali come i matrimoni. E nemmeno a tutti i matrimoni è concesso il copricapo. Se si sta alle regole del galateo il cappello è concesso solo in determinate circostanze.

Le invitate infatti dovrebbero evitare il cappello se la madre della sposa non lo indossa, ed anche la madre dello sposo ha l’onere di adeguarsi.

Non si indossa il cappello ad una cerimonia in tardo pomeriggio e, analogamente, niente veletta per le cerimonie di mattina. Sia la sposa sia le invitate possono tenere il copricapo se il ricevimento di nozze è organizzato all’aperto.

Durante la stagione estiva i cappelli sono decisamente più vistosi, a tesa larga, in chiffon, raffia, paglia, organza, a tesa larga o piccolo sulla testa, ma i colori scusi, con unica eccezione per il blu, sono vietati.

Il cappello non deve essere dello stesso colore dell’abito, l’effetto uniforme è tutt’altro che elegante, ma in nuance oppure, ma l’abbinamento è certamente più rischioso, a contrasto.

Per quanto riguarda il cappello da sposa, ci sono scuole di pensiero che lo accettano, ma il velo è senz’altro più elegante, inoltre quante volte nella vita una donna ha occasione di indossare un lungo velo bianco? Perché sprecarla?

Oggi di cappelli se ne trovano praticamente dappertutto e adatti ad ogni tipo di tasca, ma se proprio si desidera un copricapo eccezionale bisogna recarsi oltre Manica, d’altronde non è forse la Regina Elisabetta, nel bene e nel male ad aver fatto scuola in questo campo?

 

Silvia GALLI