Era il primo giugno quando Charlotte, la secondogenita della Principessa Carolina di Monaco ha detto sì a Dimitri Rassam, figlio di Carole Bouquet e già padre del suo secondogenito ed ora appena 4 settimane dopo è stata la volta del matrimonio religioso.
I due sposi hanno celebrato il loro matrimonio nell’abbazia di Sainte-Marie de Pierredon, a Saint-Rémy-de-Provence.
Una scelta certamente non casuale, infatti a St Remy è dove Charlotte ha trascorso la propria adolescenza insieme ai fratelli Andrea e Pierre e alla madre Carolina, dopo la morte del padre Stefano Casiraghi.
Un’altra cerimonia blindatissima quella di sabato 29 giugno, a cui sembra che abbiano partecipato il principe Alberto con Charlene Wittstock, le mamme degli sposi, e i fratelli di lei con le rispettive famiglie. Presenti ovviamente i figli della coppia, i due avuti da precedenti relazioni e Balthazar, che Charlotte e Dimitri hanno avuto insieme.
Dopo il minidress Saint Laurent by Anthony Vaccarello e il ball gown Chanel perla festa danzante, la principessina ha scelto la via del romanticismo firmata GianBattista Valli.
In perfetto stile provenzale, Dimitri ha scelto un completo grisaglia chiaro con gilet grigio più scuro su camicia azzurra e cravatta gialla.
Charlotte, come detto in Gianbattista Valli, ha scelto un abito boho chic con accenti country: maniche lunghe in pizzo e finto off shoulder mascherato da uno scollo in tulle trasparente. Un modello, a dirla tutta, simile a quello che aveva indossato mamma Caroline per il suo primo matrimonio con Philippe Junot. A completare il look ook vintage,un velo rétro, diadema e raccolto alla Vecchia Hollywood.
Assolutamente in tema anche il bouquet della sposa rigorosamente provenzale appunto. Lavanda e spighe di grano di giugno sfuse tenute in mano da Charlotte come fossero uno scettro, anche durante il classico bacio di rito che viene immortalato durante la pioggia di riso e lavanda.
Con una quota di tre abiti possiamo considerare concluso il matrimonio principesco di Charlotte e Dimitri? Per ora sembra di sì.
Silvia GALLI