Non c’è matrimonio che non sia accompagnato dalla musica, almeno nei momenti salienti e più emozionanti della cerimonia. L’ingresso della sposa vuole la marcia nuziale, ma per i matrimoni più solenni la marcia non basta.
Durante la cerimonia ci si può affidare a diverse tipologie di suonatori, ma non deve essere un dilettante, piuttosto una persona che abbia una certa esperienza nel settore o che comunque sia dotato di una buona tecnica: non è necessario che arrivi Placido Domingo in persona, ma una persona che canti per professione è auspicabile.
Il coro parrocchiale è sicuramente scenografico, ma i componenti devono provare assiduamente le musiche scelte dagli sposi onde evitare l’effetto osteria. E se al coro si preferissero degli strumenti?
L’idea non è da scartare a priori. L’organo, re delle chiese se affidato alle sapienti mani di un organista e non di un pianista della domenica dona alla cerimonia il tono più solenne e struggente, il violino, strumento che per vocazione commuove i più anziani è una soluzione ad effetto, anche se l’arpa ha un fascino antico che renderà indimenticabile la Messa di nozze.
Ultimamente, soprattutto dopo i successi cinematografici dei vari Sister Act, ha preso piede anche in Italia l’accompagnamento di un coro Gospel, quattro cantanti e un pianista, ma anche qui il rischio di cadere nel grottesco è dietro l’angolo. La musica, dunque è fondamentale durante la celebrazione, ma piuttosto che rischiare di cadere in un coro da oratorio meglio affidarsi al suono raffinato e pulito dei migliori professionisti che da un compact disc propongono la marcia di Mendelssohn o il Panis Angelicus piuttosto che l’irrinunciabile Ave Maria di Schubert.
Silvia GALLI
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