Assegnare a ciascun ospite un posto a tavola è una delle imprese più difficili perché sono molteplici i fattori di cui bisogna tener conto: il galateo, i rapporti tra gli invitati, le simpatie e talvolta pure i vecchi livori, della serie “la zia non vicino al cugino perché non si parlano da anni”. La cosa migliore dunque è armarsi di carta, penna e una dose massiccia di pazienza e valutare tutte le infinite possibilità.
È bene considerare l’esistenza di eventuali affinità caratteriali o d’interessi tra gli invitati, così che si possano sentirsi maggiormente a loro agio nell’intavolare discussioni. Per evitare il caos da “io dove mi siedo?”, è essenziale la realizzazione di un tableau mariage, che indicherà a ciascuno il proprio tavolo e il proprio posto. Pazienza se non tutti verranno accontentati, la missione è davvero quasi impossibile.
Ciascun tavolo dovrà avere un nome a seconda del tema scelto dagli sposi, e ciascun ospite potrà essere contrassegnato da un segnaposto, scritto con lo stesso carattere del menù.
Anche per il tavolo degli sposi è fondamentale rispettare le regole del bon ton sulla disposizione dei commensali, a destra della sposa dovranno sedere il padre dello sposo, una invitata importante e il padre della sposa; mentre, a sinistra dello sposo la madre della sposa, il celebrante (quando questi è invitato al ricevimento) e la madre dello sposo. A seguire i testimoni e i parenti più prossimi. Tendenza degli ultimi anni è quella di far sì che gli sposi abbiano un tavolo a sé, senza alcun parente, sarà forse un escamotage – intelligente -per non scontentare nessuno?
Francesca RIGGIO
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