Oggi è possibile vestirsi più o meno come si desidera per un matrimonio civile, con un’unica parola d’ordine, moderazione. Sono da evitarsi come la peste gli outfit troppo sontuosi, quelli da sera con vere e proprie cascate di paillettes e strass, ma anche i jeans e i mocassini: è pur sempre una cerimonia.
La sposa che non vuole rinunciare all’abito bianco lungo userà l’accortezza di scegliere linee semplici, rigorose, senza balze o strascichi e prediligere l’assenza di velo o, al limite un velo molto corto.
Sono estremamente eleganti gli abiti a sottoveste nei toni pastello di tutte le lunghezze, al ginocchio al polpaccio o anche alla caviglia, ma, per la cerimonia, le spalle vanno coperte anche in comune, con una stola, uno scialle un coprispalle, un giacchino, anche ad agosto.
Sì al tailleur Chanel candido ma anche nei toni del crema o dei rosa tenue, elegante sempre, in ogni occasione, e, soprattutto riutilizzabile all’infinito.
I capelli della sposa possono essere raccolti o possono essere sciolti purché acconciati alla perfezione, un cappello è permesso dal galateo, ma meglio se piccolo e con veletta. Il bouquet come i guanti al polso sono dettagli indispensabili.
Per gli uomini, inutile dire che il tight è da lasciare nell’armadio insieme alla tuba e al bastone, ma anche le t shirt sotto le giacche o le camicie senza cravatta o, peggio con taglio alla coreana. Lo sposo più elegante vestirà un completo in tasmania grigio fumo di Londra o blu scurissimo, il gilet lo indosserà solo chi lo desidera, la cravatta invece la indosseranno tutti.
Un matrimonio civile elegante non sarà una versione “vorrei ma non posso” del matrimonio in chiesa, avrà una sua personalità che risponderà alle caratteristiche degli sposi.
Silvia GALLI
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