Ebbene sì è di nuovo stagione di matrimoni e, noi di Bellaweb, non abbiamo perso l’abitudine di raccontare i matrimoni più suggestivi ed emozionanti a cui partecipiamo.
L’unione che raccontiamo oggi è stata celebrata in una data un po’ particolare, il 1 aprile e, anche se ci si è domandati se fosse il classico pesce d’Aprile, così non è stato. Sabato due uomini a Torino, si sono promessi amore eterno davanti alla signora Viviana Ferrero Presidente della commissione Pari Opportunità del Comune di Torino che, oltre ad essere estremamente professionale, era visibilmente commossa.
Siamo abituati a partecipare a matrimoni sontuosi, organizzati alla perfezione, dove l’abito della sposa si intona perfettamente alla glassa sulla torta e al centrotavola, ma raramente ci è capitato di assistere a promesse così accorate, sincere ed emozionanti. Per i due partner quella di sabato è stata la giornata di svolta, una vittoria, sudata, combattuta, sofferta, ma la vittoria di una vita “contro i pregiudizi ed i muri che si ergono – come han dichiarato – l’ufficializzazione della loro felicità”.
Ma veniamo alle note più leggere, chi pensa che l’unione civile tra due uomini sia sinonimo di eccesso e sguaiatezza si sbaglia di grosso. Nell’unione civile torinese di forzato non c’era proprio nulla. Gli sposi, sì, perché ci piace definirli, comunque sposi, erano elegantissimi in abito monopetto blu navy identico con solo due dettagli differenti, la cravatta, monocroma, argento per l’uno amaranto per l’altro in pendant con i rispettivi gemelli da polso.
Il ricevimento, in una dimora storica a poche centinaia di metri dal centro di Torino: il Castello Saffarone, è iniziato con un ricchissimo aperitivo dai sapori piemontesi e non solo, servito in giardino, visto che la traballante situazione meteorologica lo permetteva. Tempo di un paio di brindisi e, sia l’ora, sia il clima hanno scandito l’entrata in sala per un breve pranzo placée.
Dopo una wedding cake al sapore dei frutti di bosco e del cioccolato bianco appositamente creata dal pasticcere Marco Barbierato è stato il momento della festa danzante, poco importa che fossero poco più delle quattro del pomeriggio e che la stragrande maggioranza degli invitati fosse dai tempi delle scuole medie che non ballava di pomeriggio, il clima è stato quello delle migliori feste danzanti.
I dettagli, particolarmente curati erano ispirati, ovviamente ai colori dell’arcobaleno: a partire dai sacchettini di riso, rigorosamente rainbow, al tableau mariage alla cornice, ormai immancabile ad ogni festa che si rispetti, per i ritratti a tema e quelli più spiritosi. Infine le bomboniere, copia esatta della partecipazione, sono state definite un”magnetico ricordo” perché sono effettivamente i magnetici da attaccare al frigorifero.
Un matrimonio da raccontare e da ricordare, dunque, un matrimonio che, speriamo non debba più fare notizia, ma essere semplicemente un matrimonio 2.0.
Silvia GALLI
Photocredit Chiara De Marchi