Il periodo preferito per i matrimoni, e la conseguente luna di miele, è sicuramente quello in cui ci stiamo addentrando. Con la sua brezza primaverile, il risveglio della natura, prati verdissimi da cui sbucano come in un quadro puntinista il rosso dei papaveri, il bianco delle margherite e il blu-lilla dei non ti scordar di me, la bella stagione invita le coppie al sì e al viaggio. Se da una parte le spose possono osare maggiormente con gli abiti, dall’altra il pranzo nuziale è sicuramente più gradevole se fatto all’aperto. Per non parlare della comodità di una luna di miele con il sole e il caldo (non ancora così afoso come quello agostano), senza dover trafficare tra ombrelli e k-way.

Per molti viaggio di nozze è sinonimo di spiaggia bianca e mare cristallino lontano dal resto del mondo; per altri è sinonimo road trip alla scoperta di metropoli lontane e con parecchio fuso orario. Per qualcun altro invece significa Grand Tour, in una veste più “concentrata”, ovviamente.

A partire dal XVII secolo i ricchi giovani dell’aristocrazia del Vecchio Continente partivano alla volta dell’Europa continentale per mesi o addirittura anni, con l’obiettivo di perfezionare il proprio sapere. All’epoca la meta preferita era l’Italia che con la sua vasta ricchezza di cultura che spazia dall’arte alla politica, era in grado di insegnare le principali “materie” che i rampolli imparavano nei loro viaggi… turistici.

A distanza di secoli, gli sposi di oggi sono sempre più attirati da mete in grado di stupire per magnificenza e sapere. In questo senso, metropoli statunitensi e asiatiche la fanno da padrone, ma non dimentichiamoci che la più alta percentuale di patrimonio storico-artistico mondiale risiede proprio nel nostro Belpaese. Non sarebbe dunque magnifico concedersi tre settimane alla scoperta dell’Italia? Troppe volte partiamo alla volta di paradisi lontani migliaia di chilometri scordandoci che la culla del sapere è proprio in mezzo a noi.

Dite una regione o una città e avrete l’imbarazzo della scelta sul cosa visitare. Dalle ville palladiane nel Veneto, alle lunghe code dei musei fiorentini; dalle antichità a cielo aperto di Roma, ai trulli di Alberobello, fino ad arrivare ai templi greci della Sicilia.

Certo, al contrario dei rampolli del XVII secolo, ai neosposi non sarà possibile acquistare tele del Canaletto, ma una boule de neige con il Duomo di Milano non è poi così male…

Giulia DONDONI